Gli scavi archeologici costituiscono parte importante dell'attività dell'Istituto Svedese di Studi Classici a Roma. I siti di San Giovenale, Luni sul Mignone, Blera e Acquarossa nell'Etruria Meridionale interna, sono stati oggetto di indagini archeologiche e ricerche a cui hanno preso parte studiosi delle università svedesi di Göteborg, Lund, Stoccolma e Uppsala. Il Re Gustavo VI Adolfo (1882-1973) partecipò regolarmente alle campagne di scavo, sostenendo con entusiasmo i progetti.

Le indagini a San Giovenale si svolsero negli anni 1956-65 e nel 1999, e ad Acquarossa negli anni 1966-78. Il lavoro di pubblicazione dei risultati è tuttora in corso.

Scopo delle missioni svedesi non fu lo studio di necropoli e santuari - ormai da tempo oggetto di scavi - bensì quello delle trasformazioni urbane e della vita quotidiana. Sia San Giovenale che Acquarossa sorgono su pianori di roccia tufacea delimitati da strapiombi su valli e corsi d'acqua. Formazioni geologiche di questo tipo sono state, nel corso dei secoli, sedi ideali di insediamenti umani.

A San Giovenale l'area abitata copriva una superficie di circa 20 ettari, ad Acquarossa di circa 25. Entrambe le città possono dunque considerarsi di media estensione se confrontate con i grandi centri etruschi, quali Tarquinia (130 ettari), Cerveteri (120) e Vulci (180). Durante gli scavi vennero alla luce elementi caratteristici di insediamenti urbani: gruppi di case, strade, cisterne, canali per l'acqua e per il drenaggio.
Di grande interesse sono i ritrovamenti di terrecotte architettoniche che hanno fatto nuova luce sulle decorazioni degli edifici etruschi.